La Federazione Autonoma Bancari Italiani ha sottolineato anche le differenze tra il nostro sistema e quello dei principali paesi europei nonostante il rialzo dei tassi della Banca Centrale
Nell’emergenza del rincaro bollette rimarcato (giustamente) quotidianamente da tutta l’opinione pubblica sta passando in secondo piano una questione altrettanto delicata che interessa milioni di italiani: i tassi d’interesse dei mutui.
A lanciare questo tipo di allarme, anche se non si tratta di una sorpresa poiché la tendenza era chiara fin dalla scorsa primavera è stata nei giorni scorsi la FABI (Federazione autonoma bancari italiani). Con l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea volto a frenare l’inflazione crescente, è più di un rischio che il denaro a disposizione per le banche e quindi per chi intende comprare casa sia sempre meno e soprattutto costi sempre di più. Secondo FABI si potrebbe arrivare a tassi fissi superiori al 5%. Altro tasto dolente è quello legato ai tassi variabili con rate mensili aumentate anche di 40/50€ (per fare un esempio un mutuo a tasso variabile che a giugno costava 600€/mese di rata oggi può costarne 800) e una tendenza che anche per il 2023 non promette bene come sottolineato dalla direttrice della Banca Centrale Europea Christine Lagarde: “L'inflazione è ancora troppo alta nell'Eurozona quindi prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi”…
Per quanto riguarda invece il confronto con gli altri paesi europei si scopre che alle famiglie italiane è richiesto un tasso medio del 2,62% per scadenza fino a cinque anni, contro un livello dell'1,58% della Francia e il 2,27% per la Spagna, gli interessi sono quindi quasi il doppio rispetto alla Francia e comunque più alti di quelli spagnoli, a testimonianza che anche le politiche interne possono svolgere un ruolo centrale sulla questione come sottolineato da FABI “devono essere prorogate le agevolazioni fiscali azzerando ogni tipo di imposta e potenziando il Fondo di garanzia per i mutui. Inoltre il governo deve aiutare i giovani a comprare casa e la Banca d’Italia deve vigilare sulle banche affinché non si inneschi un’eccessiva competizione per chi riesce a guadare di più rispetto al rialzo dei tassi di mutui e prestiti” (fonte Sky).
Quel che è certo è che già nei primi mesi autunnali molte famiglie non sono riuscite a coprire la propria rata mensile e che se guardiamo la tendnza degli ultimi sette mesi la domanda di finanziamento alla banche da parte di famiglie e imprese è passada da una crescita media del 1,4% degli ultimi cinque anni allo 0,4%.
Pubblicato il 11/11/2022